16° REGGIMENTO TREVISO
Non si sa molto sulla origine effettiva del Reggimento Treviso, ma si pensa che da un gruppo di cernide (volontari paesani) e mercenari del 1400/1500 si siano gettate le basi per costituire un esercito regolare a difesa della città.
L'obbligo ufficiale di formare un reggimento a Treviso si ebbe già prima della guerra di Morea. Ne facevano parte esclusivamente uomini della marca trevigiana e stessa regola fu usata per o reggimenti di Verona Padova e Rovigo. Il reggimento era sempre stato sostenuto nelle spese dalla stessa provincia. Il reggimento ( allora non si usava questo termine) era presente alla prima guerra di morea e il Capitano Generale Francesco Morosini lo fuse con le compagnie di Verona Padova e Rovigo formando così il 1°reggimento veneto Real. La fusione avvenne per due semplici motivi: le truppe con piu ufficiali erano difficili da gestire e portare in linea. Il morosini vedendo i sassoni che utilizzavano già i reggimenti di 500/800 uomini applico lo stesso principio. tutte le città della terra ferma come Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo e Treviso dovevano saper fornire almeno 500 uomini più gli Ufficiali in caso di necessità e fu sempre il Morosini che dopo la guerra di Candia verso il 1680 iniziò il primo vero tentativo di riordino dell’ Esercito Veneto
Infatti come tanti eserciti europei nel 1700 anche lo stato veneto divise le truppe venete dai mercenari e nel 1706 ci fu l' Istituzione del Reggimento Treviso come fanteria di linea con il rinnovo dell’esercito fatto dal feldmaresciallo generale il conte Stenau successivamente migliorato con le innovative riforme del feldmaresciallo Matthias Von Der Schulenburg.
La Composizione del Reggimento :
Il Reggimento Treviso era composto da 9 compagnie con all’interno 12 granatieri.
Il Reggimento era comandato da 1 colonnello, 1 capitano, 1 tenente, 3 sergenti, e 4 caporali, gli ordini venivano impartiti al suono di 2 tamburi e un 1 piffero.
Questi sono gli unici dati di archivio sui vari comandanti nel 1700 :
1741 - Reggimento Treviso Colonnello Spada 8 compagnie 338 militi
1773 - Reggimento Treviso Colonnello Jacomo 9 compagnie 367 militi
1790 - Reggimento Treviso Colonnello Cortese 9 compagnie 439 militi
1797 - Reggimento Treviso colonnello Ferro 9 compagnie 500 militi
La località dove era di istanza il reggimento fu inizialmente la città di Treviso per poi passare in Levante, i pochi dati certi esistenti sono la presenza nel 1792 del Reggimento Treviso nell’isola di Corfù con granatieri e fanteria.
16° Reggimento Treviso 1797
Granatiere Fante
Nel 1797 il Reggimento Treviso fu mandato dal senato veneto a Verona durante l' insorgenza popolare delle Pasque Veronesi e conbattè contro i francesi in località croce bianca a San Massimo fuori Verona. Non è sicura invece la presenza ufficiale del reggimento durante la battaglia del ponte di Valeggio sul Mincio combattuta dai vari reparti veneti composti da cernide e fanteria contro le truppe francesi del generale Bonaparte.
Dopo le vittorie iniziali da parte delle truppe venete i francesi avranno la meglio e occuperanno nuovamente Verona.
Sottomessa la città, i rivoluzionari francesi decidono l'immediata deportazione in massa nei campi di prigionia ( i primi della storia ) in Francia, via Cisalpina e quindi via Milano di 2.500 uomini della guarnigione veneta del reggimento Treviso.
Da quei campi di prigionia, ne tornarono meno della metà dopo la pace di Campoformio, rimpatriati sul finire di quel terribile 1797 e nei mesi successivi, attraverseranno la frontiera del Reno, passando per i territori amici dell'Impero. La maggior parte di quei militi, colpevoli soltanto di aver fatto il proprio dovere, morirà di fame e di stenti in Francia; altri ancora sulle strade del Brennero o del Tarvisio, sulla via di casa.
Alla caduta della Serenissima Repubblica di San Marco nel 1797 e il successivo passaggio definitivo all’impero Austriaco il reggimento Treviso verrà inglobato nell' esercito Austriaco mantenendo il proprio nome fino al 1866.
I militi più famosi nella storia del reggimento furono essenzialmente tre, il primo fu l’alfiere del reggimento Basilio Lasinio (1766-1839), trevigiano incisore e disegnatore ad acquerello, autore di numerose opere oggi custodite in vari musei nazionali e internazionali, alla caduta della Serenissima segui tutte le battaglie di
Napoleone diventando un ingegniere geografo e successivamente comandante dei pompieri di Milano nel 1815.
Il comandante del 16° reggimento Giuseppe Ferro e il capitano Paravia che diedero prova del loro valore durante la battaglia di San Massimo presso Verona nell’ Aprile del 1797.
LO SCONTRO DI SAN MASSIMO A VERONA - Aprile 1797
RACCONTO TRATTO DAL DIARIO DEL CAPITANO ANTONIO PARAVIA
La truppa veneta al comando del Tenente Colonnello Ferro, consisteva in 500 fanti del 16° Reggimento Treviso 400 Oltremarini del Reggimento Medin e 250 Dragoni con 8 cannoni da 12 libre ,con i rispettivi inservienti d' Artiglieria.
Il Tenente Colonnello Ferro diresse la truppa contro il nemico verso San Massimo(località poco fuori Verona),nel mentre la colonna veneta marciava in via parallela alla strada maestra, e trovandosi a circa 200 passi dal villaggio cominciò a soffrire il fuoco nemico che partiva dalla macchia, ma i nostri cannoni presero posizione sparando e tenendo cosi a doverosa distanza la fanteria nemica.
Un giovanetto che non raggiungeva i 16 anni, alunno del Collegio Militare di Verona Veneto di Patria ( Veneziano ) tale Giovanni Zanardini, si fece ammirare per il suo coraggio e poteva servir d' esempio e stimolo a quelli che erano incanutiti ( invecchiati ) sotto le armi. Pensai allora di sfruttare la posizione di un casamento posto a sinistra della strada maestra. Questo sito aveva un ampio cortile e apparteneva alla famiglia Pasquini, da li si cominciò a vomitare un fuoco d' inferno sul nemico con i nostri cannoni.
Un corpo di granatieri francesi e di ribelli lombardi girata la dritta veneta tentarono di piombarci alle spalle, ma una massa di Dalmati (schiavoni ) li respinse, prendendo la loro postazione di Santa Lucia e di San Massimo ,obbligandoli a retrocedere fino alla Croce Bianca .Resisterono ad un violento contro attacco organizzato dal Colonnello Chabron, forte di 200 cacciatori a piedi, un battaglione di fanteria di linea e una brigata di granatieri.
Una granata di obice nemico però accese il carro delle nostre polveri, squarciando il casamento dove si erano trincerati i fanti del Reggimento Treviso conquassandovi e ammazzandoli . Il frastuono fu orribile e le grida dei morenti facevano raccapricciare. Dopo cinque ore di intenso combattimento feci battere la ritirata, di tutta la infanteria veneta solo in 400 rientrarono con 105 prigionieri francesi, gli altri rimasero fracassati e sepolti sotto il casamento di Ca’ Pasquini
CAPITANO ANTONIO PARAVIA
IL COMBATTIMENTO DI CA' PASQUINI PRESSO VERONA - APRILE 1797
RACCONTO TRATTO DAL DIARIO DEL CAPITANO ANTONIO PARAVIA
I cannoni del reggimento veneto d'artiglieria, presero posizione, sparando e fulminando e cosi tenendo così a doveroso rispetto (distanza) l' infanteria nemica.
Un giovinetto, non raggiungeva i 16 anni, alunno del Collegio Militare di Verona, Veneto di Patria (Veneziano) tale Giovanni Zanardini, si fece ammirare per il suo coraggio e poteva servir d’esempio e stimolo a quelli ch’erano incanutiti (invecchiati) sotto le armi.
Il Capitano Paravia del Regimento Medin (truppe sciolte di stanza a Verona), pensò di sfruttare la posizione di un casamento, posto a sinistra della strada maesrtra per chi proveniva da Bergamo. questo sito aveva un ampio cortile, ed appartenete alla famiglia Pasquini, da li si cominciò a vomitare un fuoco d’inferno sull’inimico; I nostri cannoni furono lì collocati e facevano tutti un vivace e considerato fuoco.
Un corpo di granatieri francesi e di ribelli lombardi (brescian-bergamaschi), girata la dritta Veneta, tentò di piombarci alle spalle ma, una massa di Dalmati (schiavoni) li respinse anzi passò oltre, prendendo d’impeto le loro postazioni di Santa Lucia e di San Massimo, obbligandoli a retrocedere fino alla Croce Bianca; Tennero, resistendo poi ad un violento contrattacco, subito organizzato dal Colonnello Chabron forte di 200 cacciatori a piedi, un battaglione di fanteria di linea, una brigata di granatieri.
Una granata reale d’obice inimico, accese il carro delle nostre polveri, balzando squarcia il casamento dove si erano trincerati i fanti del 16°reggimento Treviso, conquassandovi, ammazzando tutti; Il frastuono fu orribile e le grida dei morenti facevano raccapricciare.
Dopo cinque ore d’intenso combattimento il Capitano Paravia fece battere la ritirata; Di tutta la Infanteria solo in 400 rientrarono, con 105 prigionieri, un centinaio circa di disgraziati rimasero fracassati e sepolti a sotto il casamento di Ca’ Pasquini.
CAPITANO ANTONIO PARAVIA